convegno sulla crisi europea - Roma 21-22 Aprile 2012

http://www.alternativacomune.eu/?p=358

 

 

21-22 aprile,

presso l'ex Cinema Palazzo/sala Vittorio Arrigoni

(P. dei Sanniti, San Lorenzo - Roma)

 

il Centro studi per l'Alternativa comune

in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà

 

 

presentano:

 

L'Europa lungo la linea della catastrofe

 

Con l'ingresso nella scena di Monti, l'approvazione del Fiscal Compact e della seconda tranche di aiuti per la Grecia, sembrava essersi placata la tempesta che si era abbattuta, a partire dalla primavera del 2010, sull'Europa e i suoi Stati più indebitati, i cosiddetti PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna). Niente di più falso! Il pericolo insolvenza dalla Grecia, che continua a differire un default ormai certo, si è spostato in Portogallo e in Spagna, ma avvisaglie persistenti continuano a mettere in guardia anche l'Italia. Il motivo è semplice: le politiche di austerità imposte dalla Bundesbank e dalla Bce non possono far altro che determinare pesantissimi crolli recessivi. È possibile, infatti, curare con politiche pro-cicliche (deflattive) la seconda Grande Contrazione (dopo quella del '29) esplosa a partire dall'agosto del 2007? Evidentemente no e i dati lo dimostrano in termini inequivocabili. Il Fiscal compact, in assenza di politiche monetarie espansive e la costruzione di un nuovo welfare comunitario, non fa altro che incrementare la crisi dei debiti sovrani, estendendola anche a Paesi che sembravano granitici, come la Francia e la Germania. Che l'euro continui ad essere a rischio lo segnalano figure autorevoli come George Soros che, sulla fine dell'euro, al pari di altri gestori di hedge fund americani, sta da diversi anni scommettendo e facendo affari. Profezia che si auto-avvera? Probabile. Ma il punto decisivo è che l'Europa non sta facendo nulla affinché il disastro sia respinto.

 

Alla miopia delle politiche economiche si aggiunge la crisi democratica. Non esistono istituzioni democratiche europee, esiste piuttosto un'Europa intergovernativa, completamente dominata dall'Europa della moneta, della Bundesbank e della Bce. A dispetto delle buone intenzioni della Carta di Nizza (2000), non esiste un'Europa dei diritti e del welfare, mentre l'Europa dei cittadini, in qualche modo valorizzata dal Trattato di Lisbona (la possibilità di fare le ICE, Iniziative dei cittadini europei, referendum propositivi da sottoporre direttamente alla Commissione), continua a non avere alcuna peso effettivo nella gestione della crisi economica.

 

E se l'austerità dirige le scelte di bilancio degli Stati europei, è la precarizzazione del lavoro a farla da padrone un po' ovunque. Dal violento riformismo rosso-verde dei programmi Hartz in Germania, alle riforme del mercato del lavoro di Rajoy e di Monti: fare in pezzi il diritto del lavoro in nome degli interessi d'impresa è ciò che, trasversalmente, contraddistingue le politiche sociali di tutti i governi europei. Meno diritti, maggiore precarietà e, soprattutto, meno salario. L'attacco ai salari reali, oltre a quelli differiti con il welfare, è il processo che sta mettendo in ginocchio un'intera generazione, definendo un impoverimento aspro e repentino. È il modello sociale europeo, un modello fatto di diritti e di welfare, di inclusione e di cittadinanza, ad essere messo radicalmente in discussione dalle ricette neoliberali, ricette che usano la benzina usata negli ultimi vent'anni per spegnere il fuoco ormai già imponente.

 

La costruzione di un movimento europeo che sappia contrapporsi a tutto questo è il tema all'ordine del giorno per chi è indisponibile a soccombere sotto la scure delle politiche neoliberali. Ridefinire le tracce di un pensiero critico che sappia cogliere questa sfida, anche sul terreno dell'analisi, è quanto propone il seminario a cura del Centro studi per l'Alternativa comune e in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà. E questo anche in vista della mobilitazione di Francoforte del 17-19 maggio promossa da una ampio spettro di forze di movimento, sindacali e politiche tedesche, per rendere visibile l'opposizione nei confronti delle politiche di austerità imposte dalla Bce.

 

 

Programma:

21.04 h 10

Introduzione generale ai lavori:

Francesco Raparelli

 

21.04 h 10:15

1. L'euro sotto assedio

 

Introduce:

Luca Casarini

 

Relazioni di:

Christian Marazzi

Klaus Busch

Riccardo Bellofiore

 

21.04 h 14:30

2. Lavoro senza diritti e reddito minimo garantito

 

Introduce:

Gianni Rinaldini

 

Relazioni di:

Francesco Garibaldo

Antonio Lettieri

Papi Bronzini

 

22.04 h 10

3. Democrazia, diritti fondamentali e modello sociale europeo

 

Introduce:

Roberto Musacchio

 

Relazioni di:

Richard Hyman

Anna Simone

Federica Giardini

 

22.04 h 12:30

Per concludere: da Francoforte all'ICE sul reddito

 

Interventi di:

Shendi Veli (Anomalia Sapienza/UniCommon)

Lorenzo Marsili (European Alternatives)

 

 

Info:

www.alternativacomune.eu

Diretta streaming: www.globalproject.info

 

http://www.alternativacomune.eu/?p=358

 

 

21-22 aprile,

presso l'ex Cinema Palazzo/sala Vittorio Arrigoni

(P. dei Sanniti, San Lorenzo - Roma)

 

il Centro studi per l'Alternativa comune

in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà

 

 

presentano:

 

L'Europa lungo la linea della catastrofe

 

Con l'ingresso nella scena di Monti, l'approvazione del Fiscal Compact e della seconda tranche di aiuti per la Grecia, sembrava essersi placata la tempesta che si era abbattuta, a partire dalla primavera del 2010, sull'Europa e i suoi Stati più indebitati, i cosiddetti PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna). Niente di più falso! Il pericolo insolvenza dalla Grecia, che continua a differire un default ormai certo, si è spostato in Portogallo e in Spagna, ma avvisaglie persistenti continuano a mettere in guardia anche l'Italia. Il motivo è semplice: le politiche di austerità imposte dalla Bundesbank e dalla Bce non possono far altro che determinare pesantissimi crolli recessivi. È possibile, infatti, curare con politiche pro-cicliche (deflattive) la seconda Grande Contrazione (dopo quella del '29) esplosa a partire dall'agosto del 2007? Evidentemente no e i dati lo dimostrano in termini inequivocabili. Il Fiscal compact, in assenza di politiche monetarie espansive e la costruzione di un nuovo welfare comunitario, non fa altro che incrementare la crisi dei debiti sovrani, estendendola anche a Paesi che sembravano granitici, come la Francia e la Germania. Che l'euro continui ad essere a rischio lo segnalano figure autorevoli come George Soros che, sulla fine dell'euro, al pari di altri gestori di hedge fund americani, sta da diversi anni scommettendo e facendo affari. Profezia che si auto-avvera? Probabile. Ma il punto decisivo è che l'Europa non sta facendo nulla affinché il disastro sia respinto.

 

Alla miopia delle politiche economiche si aggiunge la crisi democratica. Non esistono istituzioni democratiche europee, esiste piuttosto un'Europa intergovernativa, completamente dominata dall'Europa della moneta, della Bundesbank e della Bce. A dispetto delle buone intenzioni della Carta di Nizza (2000), non esiste un'Europa dei diritti e del welfare, mentre l'Europa dei cittadini, in qualche modo valorizzata dal Trattato di Lisbona (la possibilità di fare le ICE, Iniziative dei cittadini europei, referendum propositivi da sottoporre direttamente alla Commissione), continua a non avere alcuna peso effettivo nella gestione della crisi economica.

 

E se l'austerità dirige le scelte di bilancio degli Stati europei, è la precarizzazione del lavoro a farla da padrone un po' ovunque. Dal violento riformismo rosso-verde dei programmi Hartz in Germania, alle riforme del mercato del lavoro di Rajoy e di Monti: fare in pezzi il diritto del lavoro in nome degli interessi d'impresa è ciò che, trasversalmente, contraddistingue le politiche sociali di tutti i governi europei. Meno diritti, maggiore precarietà e, soprattutto, meno salario. L'attacco ai salari reali, oltre a quelli differiti con il welfare, è il processo che sta mettendo in ginocchio un'intera generazione, definendo un impoverimento aspro e repentino. È il modello sociale europeo, un modello fatto di diritti e di welfare, di inclusione e di cittadinanza, ad essere messo radicalmente in discussione dalle ricette neoliberali, ricette che usano la benzina usata negli ultimi vent'anni per spegnere il fuoco ormai già imponente.

 

La costruzione di un movimento europeo che sappia contrapporsi a tutto questo è il tema all'ordine del giorno per chi è indisponibile a soccombere sotto la scure delle politiche neoliberali. Ridefinire le tracce di un pensiero critico che sappia cogliere questa sfida, anche sul terreno dell'analisi, è quanto propone il seminario a cura del Centro studi per l'Alternativa comune e in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà. E questo anche in vista della mobilitazione di Francoforte del 17-19 maggio promossa da una ampio spettro di forze di movimento, sindacali e politiche tedesche, per rendere visibile l'opposizione nei confronti delle politiche di austerità imposte dalla Bce.

 

 

Programma:

21.04 h 10

Introduzione generale ai lavori:

Francesco Raparelli

 

21.04 h 10:15

1. L'euro sotto assedio

 

Introduce:

Luca Casarini

 

Relazioni di:

Christian Marazzi

Klaus Busch

Riccardo Bellofiore

 

21.04 h 14:30

2. Lavoro senza diritti e reddito minimo garantito

 

Introduce:

Gianni Rinaldini

 

Relazioni di:

Francesco Garibaldo

Antonio Lettieri

Papi Bronzini

 

22.04 h 10

3. Democrazia, diritti fondamentali e modello sociale europeo

 

Introduce:

Roberto Musacchio

 

Relazioni di:

Richard Hyman

Anna Simone

Federica Giardini

 

22.04 h 12:30

Per concludere: da Francoforte all'ICE sul reddito

 

Interventi di:

Shendi Veli (Anomalia Sapienza/UniCommon)

Lorenzo Marsili (European Alternatives)

 

 

Info:

www.alternativacomune.eu

Diretta streaming: www.globalproject.info