La soluzione tecnocratica è il pericolo estremo- Alternative,n. 19, Gennaio 2012

La crisi italiana è entrata in un nuovo stadio; stiamo, infatti, assistendo alla fine di un lungo ciclo della storia nazionale che riguarda sia il sistema politico-istituzionale sia quello economico-sociale. I due aspetti non possono essere separati che, come in questo caso, per ragioni espositive. Mi concentrerò sugli aspetti economico – sociali.

Per capire quanto sta accadendo bisogna mettere in fila un insieme di fatti e di recenti dichiarazioni. Partiamo dai fatti.

Al di là di quello che pensa la segretaria generale della CGIL, la vicenda FIAT rappresenta la fine del sistema di Relazioni Industriali italiano degli ultimi trent’anni e, per certi aspetti, dal secondo dopoguerra. Essa, infatti, ha in primo luogo determinato sia la fine del contratto nazionale di lavoro sia la crisi della rappresentanza del mondo del lavoro, che di quello dell’impresa. La vicenda FIAT, congiuntamente ai raffazzonati tentativi d’inseguimento della FIAT, conclusisi con l’accordo del 28 Giugno 2011 e con l’art 8 della legge 14 Settembre 2011, n. 148, mina alla radice l’insieme della legislazione del lavoro italiana accumulatasi dopo lo Statuto dei Lavoratori, Statuto compreso.

Il concetto di sciopero che in quelle intese e in quei provvedimenti si cerca surrettiziamente di introdurre mette in discussione la pratica del diritto di sciopero in Italia, come maturata negli anni ’70.

Il capovolgimento della relazione di primazia tra tutela del lavoratore e tutela della competitività dell’impresa espressa in tali accordi e nelle continue revisioni delle norme sulla salute sicurezza del lavoro, cancellano la civiltà giuridica e di protezione sociale, maturata faticosamente nel corso degli anni ’60 e ’70, dando ai continui appelli, anche del presidente della Repubblica, il sapore di un esercizio retorico inconcludente.

Vediamo analiticamente questi fatti.