Ricerca sul movimento cooperativo di Reggio Emilia (prima parte)

Il rapporto che segue è articolato in tre capitoli: il ruolo economico del movimento cooperativo a Reggio Emilia ( manca); Il quadro legislativo e normativo( manca); la ricerca sul campo. L’ultimo capitolo riporta la sintesi di ogni intervista e di ogni gruppo di discussione.

Le interviste effettuate e i gruppi di discussione svolti, sono organizzati per settori di attività del movimento cooperativo, secondo il seguente schema:

le cooperative edili e il CCPL, le cooperative di logistica e facchinaggio, le cooperative di pulizia – COOPSERVICE -, le cooperative di ristorazione – la CIR -, le cooperative della grande distribuzione: COOP e CONAD, le cooperative sociali, le cooperative di macellazione – l'UNIPEG.

Per ogni settore sono raccolte le sintesi delle interviste e dei gruppi di discussione sia dei lavoratori e delle lavoratrici sia le interviste dei presidenti e/o dei manager. Ciò consente di avere una visone d’assieme di come si percepiscono i problemi da parte del management e di chi vi lavora.

Criteri di lettura.

Vi è una naturale diversità di focalizzazione tra quanto dicono coloro che hanno una posizione di lavoro dipendente e chi di dirigente; i primi mettono a fuoco, anche se non esclusivamente, i problemi della condizione lavorativa e, viceversa, gli altri insistono, anche se non in modo esclusivo, sugli aspetti di sviluppo e gestione delle attività economiche di quel settore.

L’organizzazione del materiale favorisce, quindi, una lettura comparativa tra management e lavoro dipendente, consentendo di cogliere divergenze e convergenze dei punti di vista. I temi sui quali è possibile cogliere tali aspetti sono la natura del carattere cooperativo della attività economiche svolte in quel settore, la vita associativa interna alla cooperativa, lo status del lavoro dipendente rispetto a quanto accade in quello non cooperativo, la “distanza” tra il management e dipendenti, vista dalla parte dei dipendenti e una valutazione strategica sulle potenzialità di quello specifico settore cooperativo, viste dalla parte del management.

Tale lettura non è l’unica possibile del materiale riportato. È, infatti, possibile leggere comparativamente le interviste dei manager; esse ci consegnano visioni diverse, talvolta molto diverse, di che cosa sia e possa essere il movimento cooperativo. Particolarmente significativa è la diversità di valutazione sull’espansione realizzata nel settore dei servizi sociali.

Vi è inoltre la possibilità di leggere comparativamente il materiale concernente il lavoro dipendente; in esso appaiono con evidenza, ad esempio, diversità nell’adesione al modello cooperativo anche tra soci, oltre che tra soci e non soci.

Vi è, infine, un livello di lettura riferito alla condizione di lavoro denunciata dai lavoratori e dalle lavoratrici; vi sono evidenti differenze tra i settori e spiccano gli aspetti negativi sia del settore dei servizi di pulizia sia di quelle sociali. Il caso è particolarmente rilevante perché la condizione negativa denunciata avviene in aziende che, a differenza di molte della concorrenza, applicano un “vero” contratto nazionale [vi è, infatti, un contratto nazionale, di un sindacato finto, prima che giallo, costruito sulla sistematica riduzione delle normative dei contratti nazionali firmati da sindacati aderenti alle principali confederazioni nazionali.].

Il terzo capitolo termina con le considerazioni conclusive sulle interviste e sui gruppi di discussione. È utile riportare qui, in modo parziale, tali considerazioni conclusive perché si possono cogliere gli elementi essenziali degli aspetti prima elencati.